Settembre è senza dubbio il mese preferito dai tifosi e dagli appassionati di calcio, poiché sancisce il ritorno della Champions League, la più importante competizione europea per club. La prima giornata della fase a gironi è in programma il 19 settembre, quando scenderanno in campo il Milan e la Lazio; il giorno dopo, invece, sarà la volta di Inter e Napoli.
Il torneo, che quest’anno giunge alla 69^ edizione, vanta una lunga storia che, nel corso degli anni, ne ha alimentato il fascino e il prestigio di cui gode tuttora. Di seguito, ripercorriamo le tappe salienti della ‘Coppa dalle grandi orecchie’.
La Coppa dei Campioni
Nel 1955, su iniziativa del giornalista dell’Equipe Gabriel Hanot, viene organizzata la prima edizione della Coppa dei Campioni, una competizione a squadre volta ad ampliare il format della vecchia Mitropa Cup (ovvero la ‘Coppa dell’Europa Centrale’), alla quale prendevano parte soltanto formazioni di Austria, Cecoslovacchia, Serbia, Ungheria, Italia e Svizzera.
Le 16 squadre partecipanti alla nuova coppa vengono scelte tra quelle che hanno vinto i rispettivi campionati nazionali l’anno precedente, con più di un’eccezione; alcuni club rinunciano (come gli ungheresi dell’Honved Budapest), altri cedono il posto per cavalleria o per impossibilità di partecipare alla competizione (come il Chelsea, diffidato dalla federazione inglese, e l’ADO Den Haag).
Il torneo si sviluppa in tre turni a eliminazione diretta (ottavi, quarti e semifinali) e si conclude con una finale in gara secca, da disputare in campo neutro. La prima squadra a vincere la Coppa dei Campioni è il Real Madrid, che a Parigi si impone per 4-3 contro i francesi dello Stade de Reims; gli spagnoli saranno i dominatori incontrastati delle prime edizioni della coppa, confermandosi campioni fino al 1960.
Dopo le due vittorie del Benfica (1961 e 1962), arriva il primo alloro italiano: a Wembley, grazie a due gol di Altafini, il Milan batte proprio i portoghesi, campioni in carica, e diventa il primo club italiano a fregiarsi del titolo di Campione d’Europa. Segue la doppietta dell’Inter (1964 e 1965), prima della nuova affermazione del Real Madrid (1966).
Nel 1967 tocca al Celtic di Glasgow interrompere il monopolio ‘latino’: gli scozzesi battono l’Inter in finale, diventando così il primo club britannico a vincere la Coppa. L’anno seguente è la volta del Manchester United (4-1 in finale contro il Benfica); nel 1969 il Milan torna sul tetto d’Europa, battendo l’Ajax di Amsterdam. I lancieri, dopo la vittoria del Feyenoord (1970), aprono un ciclo vincente (tre successi consecutivi tra il 1971 e il 1973), replicato dal Bayern Monaco tra il 1974 e il 1976.
Il palmares della seconda metà degli anni Settanta è dominato dalle compagini inglesi: il Liverpool centra il ‘double’ nel 1977-1978, così come il Nottingham Forest (1979-1980); nel 1981 torna al successo il Liverpool, prima dell’exploit dell’Aston Villa (1982). È proprio in questo periodo che si registrano le prime variazioni al format originario: le squadre partecipanti diventano 33, per includere tutte le formazioni europee che hanno vinto il titolo nazionale l’anno prima. Di conseguenza, si rende necessario disputare un ulteriore turno preliminare, i sedicesimi di finale.
Gli anni Ottanta e i primi Novanta sono segnati da molte altre ‘prime volte’; al trionfo dell’Amburgo nel 1983 seguono quelli, non meno sorprendenti, della Steaua Bucarest nel 1985, del Porto nel 1986 e del PSV Eindhoven nel 1988. La doppia vittoria del Milan a cavallo dei due decenni precede un altro exploit: il trionfo, ai rigori, della Stella Rossa di Belgrado contro il Marsiglia nel 1991.
La storia della Champions League
La struttura del torneo cambia radicalmente a partire dalla stagione 1991-92; le squadre partecipanti sono ancora 32 ma quelle che superano i primi due turni a eliminazione diretta (sedicesimi e ottavi) vengono inserite in due gironi da quattro squadre. Le due compagini che vincono il rispettivo girone si qualificano per la finale. La prima squadra a vincere la Coppa Campioni con il nuovo format è il Barcellona, che a Wembley batte 1-0 la Sampdoria ai tempi supplementari.
L’anno seguente, la UEFA decide di ribattezzare la fase a gironi del torneo in ‘Champions League’; l’operazione – perlopiù commerciale – prevede l’adozione di un ‘inno’ ufficiale scritto da Tony Britten (basato su “Zadok The Priest”, l’inno per l’incoronazione dei reali inglesi di George Handel). Il successo è tale da spingere la UEFA a rinominare ‘Champions League’ l’intera competizione.
La prima squadra ad aggiudicarsi la UEFA Champions League è l’Olympique di Marsiglia, battendo in finale il Milan (1-0). I rossoneri si riscattano l’anno dopo contro il Barcellona (4-0) per poi cadere nell’ultimo atto dell’edizione seguente contro l’Ajax, finalista perdente un’anno dopo contro la Juventus. I bianconeri sfiorano per due volte il bis, perdendo in finale prima contro il Borussia Dortmund nel 1997 e poi contro il Real Madrid nel 1998.
Nel frattempo, cambia ancora il format del torneo: dopo un primo turno preliminare, segue una fase a gruppi con quattro gironi da quattro squadre (con le prime due classificate di ognuno che passano ai quarti di finale). Altra rivoluzione a partire dall’edizione 1996/97: diminuiscono le partecipanti (da 32 a 24, sulla base del Ranking UEFA) e il torneo inizia subito con gli ottavi di finale. L’anno dopo, si cambia nuovamente: le squadre che prendono parte alla coppa sono ben 55: una per ogni federazione UEFA più una seconda per quelle che occupano i primi 8 posti del Ranking. Pertanto, sono necessari due turni preliminari (a eliminazione diretta) e una fase a gruppi con sei gironi: si qualificano alla fase successiva solo le sei prime e le due migliori seconde.
L’ultima edizione del millennio (1999-2000) segna un ulteriore allargamento nel numero di partecipanti (per un totale di 71); in base al Ranking, Italia, Germania e Spagna iscrivono 4 squadre; Francia, Olanda e Inghilterra 3; le altre 10 federazioni meglio piazzate nel ranking UEFA possono iscrivere 2 squadre mentre le restanti solamente una. Il format resta sostanzialmente invariati fino ad oggi, con la sola eccezione della qualificazione diretta garantita (a partire dal 2015) alla squadra vincitrice dell’Europa League nella stagione precedente.
Tornando al palmares, le edizioni di fine secolo vedono il ritorno in auge del Real Madrid: gli spagnoli ritrovano il successo nel 1998, battendo di misura la Juventus ad Amsterdam (1-0) e bissano il trionfo due anni dopo, grazie al netto 3-0 inflitto al Valencia. Gli spagnoli tornano in finale la stagione seguente, ma escono sconfitti ai rigori contro il Bayern Monaco; il Real riallaccia il filo con la Storia nel 2002: la volée di Zidane vale il trionfo contro il Bayer Leverkusen (2-1) e la nona coppa in bacheca.
La Champions League del nuovo Millennio è foriera di sorprese ed outsider: dopo il derby italiano in finale nel 2003 (vinto ai rigori dal Milan), torna inatteso alla vittoria il Porto, allenato da Josè Mourinho, superando il Monaco per 3-0. Il 2005 è l’anno della finale forse più spettacolare di sempre: il Liverpool vince ai rigori contro il Milan, rimontando un parziale di 0-3 maturato alla fine del primo tempo. I rossoneri si vendicheranno quattro anni più tardi, aggiudicandosi la finale disputata ad Atene per 2-1.
Nel frattempo, si apre il ciclo vincente del Barcellona con la vittoria contro l’Arsenal (2-1) a Parigi; i blaugrana si confermano campioni nel 2009 e nel 2011, in entrambi i casi contro il Manchester United.
Nel 2012 si registra un’altra ‘prima volta’, quella del Chelsea; i londinesi trionfano da outsider, battendo a domicilio il Bayern Monaco ai calci di rigore. I bavaresi riscattano la sconfitta la stagione seguente, aggiudicandosi il derby tedesco in finale contro il Borussia Dortmund.
A metà decennio tornano a dominare le grandi di Spagna: nel 2014, guidato da Carlo Ancelotti, il Real Madrid vince ‘La Décima’, superando ai rigori l’Atletico Madrid; l’anno dopo a imporsi è il Barcellona, battendo la Juventus per 3-1. Tra il 2016 e il 2018 si consolida il dominio incontrastato del Real, campione per tre edizioni consecutive sotto la guida di Zinedine Zidane; a cavallo tra i due decenni tornano a vincere il Liverpool e il Bayern Monaco (nell’edizione segnata dalla pandemia), prima del secondo alloro per il Chelsea (1-0 nel derby contro il Manchester City). Lo scorso anno, nel remake della finale del 2018, il Real Madrid batte nuovamente il Liverpool prima che il Manchester City, pochi mesi fa, riuscisse ad iscrivere anche il proprio nome nell’albo d’oro della Champions, superando per 1-0 l’Inter.
Napoli in prima fascia sorteggiato con Real Madrid e Union Berlino
Grazie alla vittoria dello scudetto al termine della stagione scorsa, il Napoli è stato inserito per la prima volta nella sua storia in prima fascia. Il sorteggio dei gironi di Champions League, infatti, nel format attuale prevede che le 32 squadre che prendono parte alla fase a gruppi siano divise in quattro urne, ciascuna corrispondente ad una fascia. Nella prima vengono automaticamente inseriti i vincitori dei campionati nazionali di Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Inghilterra, assieme alle squadre che hanno vinto la Champions League e l’Europa League l’anno prima.
Nonostante il posizionamento in prima fascia, il Napoli non ha evitato un avversario di grande caratura e tradizione come il Real Madrid (già affrontato una volta in Coppa dei Campioni nel 1987 e una in Champions League nel 2017). Le altre due squadre del girone (Gruppo C) sono i tedeschi dell’Union Berlino e i portoghesi del Braga, qualificati grazie alla vittoria nel play-off contro il Panathinaikos.